Chronicon Bellatoris que dicitur Arichis

L’Associazione Culturale Benevento Longobarda allarga il campo della divulgazione storica e diventa casa editrice. La prima opera che sarà pubblicata dall’associazione è il “Chronicon Bellatoris que dicitur Arichis“, ossia “La Cronaca del guerriero chiamato Arichis”, che costituisce un progetto di ricostruzione e rievocazione storica applicata alla narrativa. Non si tratta infatti di un romanzo storico ma di una attenta ricostruzione di un Chronicon del IX secolo, curata dal presidente dell’Associazione Alessio Fragnito e scritta nelle lingue che si parlavano in quel periodo in Europa ed in particolare nel Sud Italia, ossia nel Ducato di Benevento.

Proprio in quegli anni, infatti, prese vita la cosiddetta “lingua volgare”, ossia un misto tra latino e lingue parlate dalle popolazioni di cultura germanica che si erano alternate in Italia nei precedenti secoli. Il Chronicon è infatti scritto in latino altomedievale “curiale” (ossia quello ufficiale usato nei documenti e nella cronachistica monastica), in latino volgare, definito “lengua rustica” (ossia la lingua parlata dai servi rustici, che costituivano la stragrande maggioranza della popolazione italica), in longobardo (lingua che aveva introdotto nella lingua parlata numerosi termini usati ancora oggi), in alto tedesco antico e francese antico (le lingue parlate nel Sacro Romano Impero di Carlo Magno), con la presenza di termini derivati dalla lingua degli Avari (un misto di proto-turco e proto-mongolo, parlato da popolazioni che avevano più volte invaso il Nord Italia e che avevano influenzato la società militare longobarda), dal Greco (lingua dell’Impero Romano d’Oriente, con cui il Ducato longobardo di Benevento aveva rapporti diplomatici) e dalla lingua dei Saraceni (presenti nel sud Italia per tutto il IX secolo).

Si tratta quindi di una ricostruzione storica basata sui testi dell’epoca, ossia sugli Annali di area franca, sulla cronachistica monastica dell’Italia meridionale, sui documenti redatti nel ducato di Benevento, dove si registrano notevoli e significative modifiche grammaticali e sintattiche, sui vari primi testi in volgari, tra cui i Placiti Cassinesi, redatti in “scrittura beneventana”, l’indovinello veronese, la Confessione di Sant’Eutizio, l’iscrizione nella catacomba di Domitilla, la postilla amiatina, ma anche sui testi volgari non italici, come ad esempio i Giuramenti di Strasburgo, la Cantilena di Sant’Eulalia, il Carmen di Ildebrando, testi che indicano quanto fosse cambiato il modo di parlare degli europei e degli italici nel corso dell’Alto medioevo, dando vita a quel “proto-italiano”, che continuerà a modificarsi fino a diventare il volgare italiano registrato dai primi testi del XII e XIII secolo in tutta Italia.

Il Chronicon Bellatoris que dicitur Arichis è quindi ambientato principalmente, ma non solo, nel ducato longobardo di Benevento, dilaniato dalle guerre contro i Franchi, contro Napoli, contro i Saraceni e soprattutto dalla guerra civile tra Radelchi e Siconolfo che portò alla divisione tra il Principato di Salerno e quello di Benevento. Seguendo le vicende raccontate dal Chronicon si ricostruiscono quindi, nel minimo dettaglio, i principali eventi bellici e politici che avvennero nel Sud Italia, e in generale in Europa, tra la fine dell’VIII e la prima metà del IX secolo, che sono rivissuti con gli occhi e la mentalità dei protagonisti.

Il Chronicon Bellatoris que dicitur Arichis sarà disponibile nelle librerie di Benevento a partire da giovedì 18 dicembre e sarà presentato ufficialmente lunedì 22 dicembre alle ore 21 presso Reset in via Manciotti a Benevento.